Laboratorio di Hug Dance, la danza per tutti
Quando si pensa alla danza, spesso siamo soliti associare alla sua parola, il termine “classica” e a considerarla dunque una disciplina che esclude a priori moltissime persone.
Questa idea, sebbene siano oggi presenti tantissimi ballerini di danza classica disabili, di per sè è limitante, crea barriere, pregiudizi ed impedisce a molti di sentirsi liberi di fare delle esperienze sociali, emozionali e fisiche, così come di sviluppare una propria espressione artistica.
Gli stessi “normodotati” rispetto alla “danza classica” spesso sono portati a sviluppare dei concetti erronei legati alla prestanza fisica, alla bellezza, all’agilità… e così la danza, spesso finisce col divenire qualcosa di elitario, di accessibile a pochi, talvolta, discriminante.
Ma cos’era in origine la danza?
La danza da sempre è stata una forma d’arte presente in tutte le culture umane che si esprimeva in un movimento dell’uomo secondo un piano prestabilito, detto coreografia, oppure attraverso l’improvvisazione. Nella cultura occidentale è stata documentata fin dalla preistoria insieme ad altre forme artistiche quali il teatro e la musica. Considerata come elemento fondamentale durante moltissimi rituali, è diventata parte integrante delle preghiere degli uomini, e un momento di aggregazione della collettività.
Se per un attimo provassimo a considerare la sola essenza della danza, senza sovrastruttura alcuna, ci accorgeremmo che, ballare non è altro che una forma di espressione primitiva, autentica e istintiva. Ognuno di noi ne conosce il linguaggio, solo che spesso ne dimentichiamo la potenza, la bellezza, l’efficacia.
La Hug Dance, nata dalle parole: Hug, abbraccio e Dance, danza è un laboratorio che prende spunto da uno dei balli più antichi che l’uomo ha inventato: il Tango.
Affermava Carlos Gavito (ballerino argentino 1942-2005): «L’abbraccio implica e racchiude in sé realmente tutto il tango. Il tango è un abbraccio, è un modo di camminare abbracciato ad una persona, avendo cura di camminare sempre allo stesso tempo. Potersi comprendere e conversare in questa camminata è l’intesa di due persone che si muovono insieme.»
…e l’abbraccio è una delle manifestazioni di affetto e di contatto fisico più comune tra le persone… ma spesso dato per scontato. Demonizzato di recente, chiacchierato, rivalutato… attraverso lo spazio di un abbraccio impariamo a gestire i confini di noi stessi e degli altri.
Aggiungeva Carlos Gavito: “L’abbraccio deve formare una sorta di cerchio entro il quale i ballerini devono potersi muovere restando in contatto, ma senza invadere l’uno lo spazio dell’altra, questo consente di restare in equilibrio (…)” e di fare così esperienza di un movimento più o meno armonico con quello del nostro compagno, di relazionarci nella stanza tenendo presente che non si è più “singoli individui” ma coppie, di lavorare sul concetto di autonomia, di dipendenza, di rispetto, di fiducia.
Giulia Di Sipio, Counselor Relazionale ad indirizzo Mediacomunicativo, dopo aver studiato Counseling, scopre la passione per il Tango e nel 2017, la bellezza di coniugare entrambe con la Dottoressa Zuleika Fusco in un laboratorio di Tangocounseling.
Affascinata dall’utilizzo di entrambi gli approcci per la conoscenza di sé stessi e degli altri, nel 2020 avvia il Laboratorio di Hug Dance presso l’Associazione Orizzonte ODV, affinché gli elementi del Tango e del Counseling con i ragazzi disabili, si fondano in un momento di esplorazione, di lavoro, di ricerca e di trasformazione.
Il Martedì e Venerdì pomeriggio (alternati), in uno spazio dedicato, ambiente protetto per ogni singolo partecipante, disabili e non, si verrà guidati attraverso diverse tipologie di musica ad entrare in contatto con il proprio corpo, con il proprio respiro e con gli altri.
La Hug Dance è di per sé una tecnica accessibile a tutti senza limiti fisici, mentali o di età, in cui viene sottolineato il piacere di muoversi e di danzare con qualcuno in modo spontaneo.
Partendo sempre dall’improvvisazione e da ciò che suscita la musica, attraverso la danza, cercando di lavorare portando l’attenzione al qui ed ora, tra le persone si sviluppa un dialogo dove tutti i sensi sono coinvolti. Senza limitazioni estetiche, senza paure di non essere in grado di fare o di sentirsi inadeguati, in totale assenza di giudizio, non c’è un’azione giusta e una sbagliata, non c’è una persona migliore di un’altra, ma solo la ricerca nel cercare un dialogo con gli altri compagni di corso, a volte sconosciuti, attraverso il proprio corpo, senza la mediazione della parola, così da creare una serie di danze improvvisate, basate sulla consapevolezza, in cui persone comunque diverse creano esperienze di reciproca uguaglianza.