Mio fratello rincorre i dinosauri
Ieri sera in televisione hanno proiettato un film di un paio di anni fa: Mio fratello rincorre i dinosauri, Regia di Stefano Cipani, tratto dal libro di Giacomo Mazzariol. Con un Alessandro Gassmann che interpreta il ruolo del padre Davide, Isabella Ragonese nei panni della mamma Katia, Francesco Gheghi: Jack e Lorenzo Sisto: Giovanni, è andato in onda uno degli argomenti più complessi e delicati che toccano le famiglie con un figlio disabile: la relazione tra fratelli.
Se avere un figlio diversamente abile implica un importante investimento di energie e un bagaglio di esperienze e abilità per le quali solitamente la scuola non ti prepara… avere un figlio diversamente abile e uno o più figli normodotati ti richiede tanto buon senso, tanta pazienza e tante altre competenze che se non hai acquisito, la vita ti chiederà man mano.
Infatti, nonostante sia un argomento poco trattato, non è scontato l’amore fraterno. Non è automatico che due individui, perché nati dagli stessi genitori, vadano d’accordo. Figuriamoci se poi uno dei due è considerato diverso dalla società in cui viviamo! Di certo non sarà scontato che io impari il suo stesso linguaggio, mi adegui ai suoi tempi, gli presti i miei giochi, lo presenti ai miei amici, ci condivida con piacere gli spazi nei quali vivo.
Seppur in chiave romanzata, per certi versi alleggerita in alcuni passaggi, il film di Stefano Cipani porta alla luce un tema molto importante per l’armonia e il benessere di molti nuclei familiari e ne fa emergere la sua drammaticità. Provate a pensare a quanti argomenti si toccano: la diversità, l’accettazione, l’inclusione, la relazione, l’ignoranza, il pregiudizio.
Quest’anno all’interno dell’Associazione Orizzonte ODV è stato attivato un laboratorio teatrale grazie ad un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Abruzzo: “Una maschera per ri-trovarsi” aperto ai fratelli “normodotati”. L’iniziativa è stata pensata per poter offrire uno spazio settimanale di tre giornate con operatori e professionisti che accompagnavano i ragazzi diversamente abili e i loro fratelli/sorelle normodotati in un percorso di gioco e studio di recitazione finalizzato alla rappresentazione di uno spettacolo teatrale dal titolo “Le 12 fatiche nostre”.
Nonostante l’entusiasmo che ci ha accompagnato per l’intero corso ci siamo accorti che il coinvolgimento non ha raggiunto il livello ottimale e, alla luce di questa esperienza, abbiamo deciso di proseguire e potenziare il servizio di Sportello, allargando l’ascolto a tutte le figure che ruotano attorno alla “diversa abilità”.
La famiglia è in realtà un riflesso, un microcosmo nel macrocosmo. Il nucleo genitoriale infatti non è certo la sola unità da demonizzare o sulla quale è fondamentale intervenire.
A sostegno, quindi, di questo aspetto, è stato attivato uno spazio bisettimanale dedicato, nel quale, attraverso dei colloqui individuali sarà data la possibilità di affrontare tutte le tematiche emotive e pratiche al fine di migliorare la vita e le relazioni delle persone.